venerdì 20 dicembre 2013

GLI ALAMBICCHI ACCESI DI SANTA MASSENZA




E' un dicembre che porta ancora i colori dell'autunno. I vigneti spogli carichi di foglie dal colore della terra, la Valle dei Laghi che riflette il cielo grigio, carico di nuvole. Saliamo piano dalla pianura, i dolci declivi ricolmi di frutteti, boschi, le Dolomiti sullo sfondo, i castelli di Madruzzo, di Terlago e il più famoso, quello di Toblino.

Il freddo pungente, compagno di viaggio invadente di  questa nostra nuova entusiasmante esperienza, si perde nelle viuzze imbandite a festa del Borgo di Santa Massenza, percorse da un pubblico da grandi occasioni che s'accalca per le compere nei mercatini di Natale, che si riscalda con i vin brulè e gli strudel prodotti dai paesani, felici di vedere gli appassionati della grappa saltellare entusiasti da una distilleria all'altra perchè questo per loro è il paese dei balocchi.

Tutti in attesa, tutti pronti, tutti emozionati per il grande evento: la Notte degli Alambicchi Accesi.

E così questo paesino di un centinaio d'anime risplende nella sua tradizione millenaria, un luogo di culto per chi porta nel cuore la passione per le acquaviti, la culla della tradizione dell'alambicco trentino.

Una tradizione che affonda le sue radici nel periodo del Concilio di Trento (1545 - 1563) e che ringrazia postuma nella festa di Santa Massenza, quel Vescovo con la passione dell'alambiccare che ospite del paesino per l'intero periodo, insegnò ai suoi abitanti l'arte della distillazione.

Qui, dove fino a pochi anni fa, erano presenti tredici distillerie e dove ora il ceppo dei Poli, continua a produrre grappe eccezionali con cinque distillerie artigianali tutte da raccontare, da vedere, da bere. 

Ritorniamo per il secondo anno consecutivo e scopriamo che nulla è cambiato, solo la neve non ci fa compagnia. Conosciamo i titolari di questa magica tradizione (con Graziano stipuliamo un gemellaggio Giovanni Poli - Grappon...), parliamo con loro, scopriamo che qui, nel Trentino, sotto il Tridente simbolo della Trentino Grappa, i distillatori fanno davvero sistema tra loro, nella difesa del distillato di vinaccia trentina, prodotto con il metodo "a bagnomaria".

E poi ci sono loro, i meravigliosi attori della Compagnia Teatrale Koinè, capaci di catturare l'attenzione di qualche centinaio di visitatori che divisi in gruppi, si alternano nelle cinque distillerie del paese, mettendo in scena parti teatrali di grande phatos ed interesse: la nascita della grappa negli alambicchi di rame, lo spettacolo futurista in tre atti, la distillazione in diretta delle erbe aromatiche.

Un'ora e mezza di intense emozioni.

Torniamo a Verona con ancora negli occhi le immagini di quella grande ampolla agitata nel centro della piazza di Santa Massenza, con quelle cinque limpide grappe, una per ogni distilleria, mescolate ed agitate insieme: simbolo di unità, di fratellanza e di speranza.

Torneremo anche il prossimo anno e di questo, potete starne certi.



Testo: Conte
Foto: Caccia

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